venerdì 24 giugno 2011

LA FESTA E' FINITA.......

GIANNI
Da Procida a La Spezia
Salina ci dà l'opportunità di condividere emozioni, idee, progetti, prendendo spunto “Dal Mare”. Non abbiamo trovato alcuna soluzione ai problemi discussi durante il viaggio, ma almeno ne abbiamo parlato alimentando la voglia, l'entusiasmo, il giusto carburante, vera energia rinnovabile, per permetterci di continuare il viaggio. Il meteo ci ha costretti a posticipare l'arrivo ma ci ha omaggiati di una risorsa sempre più rara: IL TEMPO. Il tempo per riflettere e per confrontarci, il tempo per rafforzare un'idea o per metterla in discussione.
Questo viaggio mi piace citarlo al contrario, dall'arrivo alla partenza, forse in questo modo i ricordi del viaggio si allontaneranno sempre di più, dunque sarò giustificato se parlerò di fatti realmente non accaduti ma che ci serviranno per affermare con maggior forza le nostre idee.
Qui a La Spezia il primo pensiero: dobbiamo contestualizzarci. Noi   ci siamo, stanchi del maestrale, ma ci siamo. Qualcuno si accorgerà di noi? L'Amerigo Vespucci è troppo grande perchè qualcuno possa accorgersi di noi. Non è come quando negli altri piccoli porti, dove tra centinaia di barche c'era sempre qualcuno che incuriosito si avvicinava: “bella barca, ma da dove venite? Come mai in giro...e soprattutto perchè questa barca?”
Trenta minuti per capire qual è l'ormeggio di Salina, qui alla Festa della Marineria, e dopo un giorno ancora non abbiamo capito il nostro ruolo. Forse dovremmo rimetterci ancora in viaggio per schiarirci le idee.
Il sesto e penultimo approdo è quello di Punta Ala, accoglienza cortese, pochi ricordi, scarsi contatti. Ci chiediamo se è stata nostra intenzione non stabilirne, avevamo deciso di fermarci per poco tempo. Poco entusiasmo, forse perchè è un luogo che poca storia o quanto meno non ci sono elementi rappresentativi. Ha poco da raccontarci, barche supertecnologiche fatte per andare veloci, più veloci delle altre, per competere, barche che non offrono tempo per pensare, se non al fatto di dover andare più veloci.
A Punta Ala si cambia strategia, si naviga di notte, dopo sei giorni di maestrale vogliamo verificare se fosse possibile modificare la nostra definizione di vento da: “il flusso d'aria che si sposta sempre da prua verso poppa” a “il flusso d'aria che può giungere sulla barca da qualunque direzione” Risultato: vera la seconda. Dunque cambiamo idea, si può sempre cambiare idea.
Tra Punta Ala e La Spezia ci domandiamo cosa sarebbe successo se la nostra barca non avesse avuto il motore. Del resto solo negli ultimi 80 anni le barche hanno un motore, eppure prima si navigava, eccome se si navigava. Tutti i mari e gli oceani sono stati navigati prima dell'introduzione del motore. Inoltre le barche non stringevano il vento come lo fanno oggi. Crediamo che oggi non esistano veri marinai. Ma cosa è che distingue un marinaio di 80-100 anni fa da noi? La conoscenza, il trasferimento delle informazioni, l'umiltà nell'ascoltare gli altri, il rispetto per il passato sul quale basare le azioni del presente e trasmetterle alle generazioni future. Forse è questo che distingueva un marinaio del passato.
A Porto Santo Stefano, la nostra quinta tappa, abbiamo avuto a bordo una gradita visita. L'amico dell'amico ha saputo del passaggio di Salina. E' un ex marinaio, anche se per noi un marinaio non è mai ex. Chi è stato marinaio, lo sarà per sempre, ha il mare negli occhi ed anche se ha navigato con l'Amerigo Vespucci per due anni è capace di entusiasmarsi e di interessarsi difronte alle bigotte di Salina (n.d.r. Non c'erano donne in quel momento). Qui a La Spezia il mio compagno di viaggio si emoziona di fronte alle piccole derive in legno che pur avendo almeno un centinaio di anni non hanno nulla da invidiare alle barche di oggi.
Il mare può essere vissuto da tutti e con qualunque mezzo (o anche senza alcun mezzo). Non serve danaro per viverlo, le emozioni ed i sentimenti non possono essere acquistati.
Tra Porto Santo Stefano e Punta Ala, un'onda un po' più alta fa piombare nella dinette il nostro scaldabagno che era posizionato sulla tuga. A parte le risate, ci accorgiamo che perde acqua. Che peccato, era uno scaldabagno in grado di darci sollievo alla sera, ma cosa più importante, lo scaldabagno consumava pochissima energia (nessuna energia non rinnovabile) e ci era costato una decina di euro. Ormai era diventato un rito, appendevamo la nostra busta di plastica sulla tuga, vicino al bagno facendo passare il tubicino dall'oblò. Che bella sensazione l'acqua riscaldata dal sole. Siamo in armonia con l'ambiente e con noi stessi.
A Santa Marinella, la nostra quarta sosta, i responsabili del porto ci hanno accolto con grande disponibilità e cortesia. Hanno ascoltato con pazienza le nostre motivazioni del viaggio e ci hanno offerto la possibilità di utilizzare i servizi igienici del Porto. Per una volta abbiamo tradito il nostro amato scaldabagno, forse per questo la natura si è vendicata, rendendolo inutilizzabile.
Di fronte a Salina, qui a La Spezia è ormaggiata anche l'oceanografica Urania, nave del CNR. Ricordo che tra Santa Marinella e Porto Santo Stefano il mio amico mi ha chiesto cosa ne pensassi del Nucleare e dell'ultimo referendum e quindi sulle energie alternative. Caro amico, preferisco non risponderti, sono ignorante, non sono un tecnico, rischierei di essere banale, qualunquista. Però non voglio rimanere muto rispetto al problema. Non riesco a darti una risposta, ma una domanda voglio fartela: perchè se oggi esistono sul mercato automobili capaci di percorrere 30-40 chilometri con un litro di carburante, le aziende ancora producono auto che fanno meno di 10 chilometri con un litro di carburante? Facendo una semplicissima legge che vieta la produzione di auto con scarsa efficienza, si avrebbe una riduzione di combustibili fossili non rinnovabili del trecento percento. Il problema, dunque, non è certamente di carattere tecnologico e credo che lo stesso discorso possa farsi se consideriamo altri settori, come quello del Nucleare. Caro amico, continuiamo a navigare, forse nessuno si accorgerà di noi, ma se nel nostro viaggio riuscissimo a convincere anche una sola persona, potremmo essere soddisfatti.
Anche a Nettuno (terza sosta), l'accoglienza è stata gradevole ma la perifericità del nostro ormeggio non ci ha permesso di interloquire con la gente del luogo. Questo ci ha consentito di avere ancora tempo a disposizione per confrontarci su argomenti a volte personali ed a volte a carattere generale. A Nettuno ci siamo concessi egoisticamente un po' di tempo per noi, parlando della nostra vita e quale percorso avessimo seguito per giungere fin dove siamo, cioè qui, a Nettuno. Dimenticavo che a Nettuno un ristoratore ci ha parlato dei problemi urbanistici e della carenza di servizi nella città. Riteniamo fermamente che in ogni città d'Italia (che tra l'altro in questo momento festeggia i cento cinquant'anni di unità) esista almeno un ristoratore preoccupato dei problemi urbanistici della propria città. ....(continua)
Gianni
Cosa abbiamo voluto fare..?




LA FESTA DELLA MARINERIA E FINITA
…QUINDI...
Abbiamo voto fare un viaggio interessante…non  viaggio come un altro, altrimenti, senza fare tutto sto po’ po’ di baccano e di lavoro, come sarebbe stato più facile, avremmo potuto noleggiare una barca, fare il pieno, cambusa e veleggiare tranquilli a suon di rade, bagni ed aperitivi. Ma sarebbe stato un viaggio come un altro.
Questo invece è voluto essere un viaggio d’interesse per tutti, un viaggio di cultura, un viaggio di stimolo. Un viaggio che prova ad essere come un grande impianto di amplificazione per gridare forte un’idea della quale siamo convinti: “TARANTO HA IL MARE E LO DEVE RISCOPRIRE ED UTILIZZARE IN MANIERA SANA”!
Quello che abbiamo visto a La Spezia, è stato accompagnato da brevi trascrizioni di nostre personali riflessioni, ed abbondantemente documentato da foto e  relative didascalie; e un’immagine a volte, parla più chiaro di mille parole, per chi la guarda con le ”orecchie aperte.”
Ogni foto, ha voluto non solo raccontare e fermare un momento, ma soprattutto esprimere e sottolineare IDEE  e realtà.
Ed ora ci piace rifare una carrellata di immagini e concetti:




I bambini incontrati in queste atmosfere, erano particolarmente felici e sereni,…FELICI E SERENI!
E’ stato davvero emozionante il momento del varo di quella piccola barchetta costruita dai bambini durante l’anno scolastico affiancati da un adulto appassionato. Al momento del varo, si è respirata una forte energia, i bambini fremevano, occhi vispi ed un insolito silenzio accompagnavano la barca nei suoi primi metri della sua prima navigazione, ed in tutto questo, quell’uomo di mezza età, che vedeva navigare finalmente, una sua e dei bambini, piccola creatura, simbolo di un’idea e risultato di un impegno;  quell’uomo era orgoglioso e soddisfatto….una piccola barchetta auto costruita ha procurato soddisfazione ed attimi di gioia contemporaneamente ad un adulto e a tanti bambini.
UNA PICCOLA BARCA COMPRATA, NON AVREBBE SORTITO LO STESSO RISULTATO!!
DIAMO LA POSSIBILITA’ AI BAMBINI DI SCOPRIRE ED APPASSIONARSI AL MARE, E, DAREMO LORO UN BUON FUTURO!

Un tempo, probabilmente, a questi giovani signori di terza età, fu data la possibilità si scoprire e coltivare una grande passione; oggi, sono ancora li sulla loro deriva in legno, perfetta, come se il tempo per quella barca si fosse fermato, e loro ancora in perfetta forma li a godersi “l’ennesima veleggiata”.
COME SI DICEVA: “DIAMO LA POSSIBILITA’ AI BAMBINI DI SCOPRIRE ED APPASSIONARSI AL MARE, E, DAREMO LORO UN BUON FUTURO!”










Tempo fa quando erano bambini, quelli che oggi sono dei capaci artigiani, in realtà dei veri e propri artisti, venne data loro la possibilità di appassionarsi ad una attività, che oggi è diventata il loro lavoro. Ho parlato di questo con gli artigiani presenti, e tutti mi hanno detto di amare quello che fanno e ne traggono tante soddisfazioni e gratificazioni, vivono “felici e contenti!”:…come nelle favole!

Tempo fa, probabilmente, a contare, erano più i fatti che l’immagine e le parole, e la differenza la faceva: “la grandezza degli uomini!!!”

E gli uomini diventavano tanto più grandi, quanto più amavano quello che facevano!
E i risultati erano grandi e meravigliosi













PER CONCLUDERE
Senza rimpiangere il passato ne tanto meno il presente, alla nostra città occorre un “reset” ed una nova base di partenza, sulla quale costruire, lentamente,  un nuovo futuro, e secondo noi di “FONDAZIONE DAL MARE”, come si è capito, questa nuova base di partenza è senza alcun dubbio il “MARE”.
E ALLA DOMANDA:”COSA PUO FARE OGNUNO DI NOI?”
NAVIGARE…ED IL RESTO VERRA’ DA SE!
                                                                                              BUON VENTO A TUTTI ED ALLA CITTA DI TARANTO!!
                                       


RINGRAZIAMENTI                                                                                                                       
Anche quest’altra bella avventura sta volgendo al termine, rientrando da La Spezia, Salina, non avendo dimenticato la sua voglia di dare un modesto contributo alla celebrazione dei 150 anni dell’unità d’Italia, si è fermata prima a Talamone, tappa importante della spedizione dei 1000, e poi si è fermata al porto di Roma, per assistere e documentare la bella cerimonia di consegna delle bandiere della staffetta nautica organizzata da Assonautica nazionale; e, dove c’è una bella iniziativa ed una bella cerimonia, Salina è contenta di esserci.
 Di seguito riportiamo le immagini dell’arrivo delle bandiere, ma prima, un po’ come se fossero i titoli di coda di un bel film, vogliamo nuovamente ringraziare di cuore tutti coloro che hanno partecipato ed in ogni modo reso possibile questa prima fase del progetto “Salina Per Taranto l’alternativa viene Dal Mare”.
Si ringraziano dunque:
-         per aver patrocinato l’iniziativa Il Comando Generale delle Capitanerie di Porto;
-         per aver reso reale, anche quest’anno,  la partenza di Salina, il Caffè Ninfole e Daddarioyacht., quando gli uomini credono in un idea, “è perchè sono speciali!”;
-          per aver sposato l’iniziativa le scuole: Istituto Comprensivo Alessandro Volta, con il  preside Prof.  Jacovelli, il Prof. Francesco Lomagistro i suoi colleghi docenti dell' indirizzo musicale e la "Grande Orchestra" composta dai fantastici alunni che il giorno della partenza di Salina sono accorsi in 50 per suonare il loro repertorio dedicato all’unità nazionale; l’Istituto Tecnico Professionale Cabrini, con il preside Prof. Carrieri, la docente Prof. Rosanna Marinò e gli alunni dell’indirizzo grafico pubblicitario ed audio visivo per le conferenze scolastiche organizzate e la realizzazione di un videoclip sul Viaggio di Salina.
-         Il Cinema Bellarmino, la Farmacia Malagrinò, la Farmacia Ciccone: per aver contribuito all’organizzazione del concerto di Buon Vento a Salina da parte dei Berardi Jazz Connaction con  guest Gianni Cellammare.
-         Tutti i marina e le Capitanerie di Porto locali che ci hanno ospitato lungo il nostro viaggio: Marina di Nettuno (Messina), Marina di Tropea, Marina di Capri, Porto Romano di Ventotene, Marina di San Felice Circeo, Marina di Nettuno, Marina di Santa Marinella, Marina di Punta Ala, Porto Santo Stefano, Porto di Roma,  ed in particolar modo il Marina di Procida, che ci ha fornito per diversi giorni supporto tecnico logistico e tanta calorosa accoglienza.
-         L’associazione “Taranto Spartana” e le sacerdotesse del tempio di Atena  per la bella cerimonia e le gradite lampade ad olio donate, che ancora oggi illuminano di storica luce le sere di Salina.
-         La città di La Spezia e tutti gli organizzatori della Festa della Marineria per la loro cordiale ospitalità e  l’indimenticabile esperienza che ci hanno consentito di fare.
-         L’ufficio stampa curato da Marco Amatimaggio.
-         Ed infine un grande grazie ed un grande abbraccio a tutto l’equipaggio ed ai tanti volontari che hanno collaborato ai lavori di restauro: Renato, Vincenzo, Antonello, Elisa, Pino, Pierluigi, Domenico, Alessandro, Ganni, Antonio, Viviana, Daniela, Franco, Nicola, Daniele.

Da parte di tutti, rivolgo un ennesimo abbraccio a “Mest Catald” al quale ci siamo tutti realmente affezionati, ed un Grazie particolare a Carlo, che con la sua solita pazienza e puntualità, curando il blog, anche quest’anno è stato a bordo di Salina.

Spero di non aver dimenticato nessuno, che, nel caso, voglia scusarmi.







Abbiamo provato a dare un messaggio ed a stimolare riflessioni, augurandoci di esserci riusciti, confidiamo che chi ci ha seguiti, anche tramite questo blog, si faccia insieme a noi consapevole e portavoce di tutte quelle argomentazioni che vengono “DAL MARE”!!!

Grazie ancora e BUON VENTO A TUTTI!


Salina per rendere omaggio al mito di Giuseppe Garibaldi si è fermata a Talamone.

Nel 1860, quando il paese fu annesso al Regno d’Italia, Giuseppe Garibaldi, che era in rotta per Marsala con i Mille, vi sbarcò la mattina del 7 maggio, per procurarsi armi dal comandante del porto e far partire una colonna, comandata da Zambianchi, verso il confine romano; questo avrebbe dovuto provocare un’insurrezione nello Stato Pontificio.Anche qui interviene una leggenda a raccontare cosa successe quando Garibaldi sbarcò a Talamone; il generale fece chiamare il capitano De Labar. Tentando di controllare la sua voce tonante, Garibaldi affermò che era molto contento di essere in maremma, apostrofando il capitano con un nome sbagliato, ma che non vedeva le vettovaglie e le armi che gli erano state promesse. Il pavido capitano rispose che avrebbe provveduto in qualche maniera, e due giorni dopo, grazie all’intervento del Colonnello Giorgini di Orbetello, i due bastimenti ripartirono attrezzati in maniera migliore e con il morale più alto. Solo sei giorni dopo però, Vittorio Emanuele II, fece arrestare e imprigionare nella Fortezza da Basso, a Firenze il colonnello Giorgini e il capitano De Labar, con l’accusa di alto tradimento. Poiché l’impresa dei Mille ebbe successo, vennero però liberati, prosciolti e reintegrati nei ranghi, recuperarono le paghe che erano state confiscate, e ebbero onori e un cospicuo companatico










Roma, 26.06.2011. Arrivo e consegna alle auorità, da parte degli equipaggi della Guardia di Finanza, delle bandiere testimone della staffetta nautica organizzata da Assonautica nazionale per celebrare i 150 anni dell''unità d'Italia.

La cerimonia è stata, a mio avviso, dal punto di vista simbolico importante. L'occasione per sottolineare i valori dell'Italia unita,  è stata anche un'occasione colta da tutte le autorità intervenute per ribadire quanto per l'Italia rappresenti il mare, un'occasione di sviluppo, soprattutto dal punto di vista economico. La banda della Marina Militare, ha colorato il tutto con uno splendido concerto, e ovviamente con l'esecuzione solenne del nostro Inno Nazionale.
Bene, fa quindi piacere scoprire che su tali argomenti si è tutti d'accordo, da "Salina" a La Spezia ad Assonautica e chissà quanti altri!

Quindi come è stato detto anche a Roma, Buon Vento a tutti, e buon lavoro!